masseria salento

A partire dai primi anni ‘90, le campagne nelle province di Firenze e Siena in particolare conobbero un nuovo modo di fare turismo e far crescere il territorio, grazie al denaro introdotto nel tessuto toscano da facoltosi britannici esponenti dell’upper class della Corona. A distanza di un decennio, quel fenomeno simpaticamente ribattezzato Chiantishire visse il suo omologo nella trasposizione meridionale che ancora oggi va in scena in Puglia: il Salentoshire.

Salentoshire: le masserie che piacciono al Nord Europa

Lontano dalle cristallizzazioni stereotipate del turismo estivo, in cui ogni hotel e b&b con piscina Salento è preso d’assalto già da aprile, si sviluppa da almeno dieci anni un indotto nuovo: la vita agreste, o più facilmente progetti di turismo alternativo, attraggono il denaro degli stessi alto-borghesi che avevano rivolto le proprie attenzioni alla campagna toscana. Inglesi ma anche tedeschi e, in minor percentuale, scandinavi puntano alle masserie fortificate del Salento, parte integrante di quel tessuto socio-culturale che ancora oggi è manifesto vivido e intensissimo della storia del posto.

Gli antefatti

Già a fine millennio era chiaro che il Salento avesse preso una nuova piega, il turismo di prossimità studiava per diventare qualcosa in più e il marchio Salento iniziava ad avere appeal anche al di fuori della dinamiche di campanilismo e di militanza. Il turismo di massa cresceva ma con esso prendeva forza tutto il resto. E la cittadinanza scoprì che la storia e le tradizioni non erano solo parte del DNA ma anche un mezzo potentissimo attraverso cui guadagnare e crescere come realtà territoriale.

Oggi il Salentoshire conosce il momento di massima espressione e dall’estero vengono amplificati gli sforzi economici per l’acquisto di ville diroccate da trasformare per lo più in residenze di vacanza. Alcune di esse saranno sottratte dall’appartenenza alla popolazione e diventeranno proprietà privata, altre si trasformeranno in agriturismi, b&b d’eccellenza, ristoranti dove degustare prodotti a km zero. Resta solo da chiedersi perché ci sia bisogno degli inglesi per fare tutto questo.